Gestire i feedback negativi. È più difficile riceverli o darli?

Feedback negativi non piacevoli

Tutti noi sappiamo che ricevere feedback negativi non è piacevole, a prescindere che ci si ritrovi concordi o che non ci si riconosca affatto nelle parole dell’altro.

Indubbiamente c’è chi è più sensibile, chi è particolarmente permaloso, chi ha più autostima e chi meno e di sicuro molto dipende da come il feedback ci viene dato, da chi ce lo dà e in quale specifico momento.

Capita per esempio che lo stesso feedback ci venga dato da due persone differenti e la nostra reazione, visibile o interiore, sia totalmente diversa.

Oppure che ci siano momenti della giornata in cui siamo più disponibili a riceverne e altri, magari quando siamo stanchi oppure affamati, in cui anche la più piccola critica ci crea nervosismo e irritazione.

Insomma, ricevere feedback negativi mette alla prova il nostro equilibrio emotivo, a volte più e a volte meno, a seconda dei diversi fattori di cui ho fatto menzione pocanzi.

Eppure, benché ricevere feedback negativi non sia facile è giusto dire che nemmeno darli è poi così semplice.

Lavorando nelle aziende capita spesso di sentire persone preoccupate all’idea di dare feedback negativi ai propri colleghi o collaboratori, Dio non voglia al proprio superiore (ebbene sì, è possibile).

  • E se poi si offende o ci resta male?

  • E se ottengo l’effetto contrario?

  • E se poi i rapporti si incrinano?

  • E se si vendica?

Vale la pena rischiare quando poi “Gliel’ho già detto mille volte ma tanto non cambia nulla”?

Possono davvero essere tanti i timori che accompagnano l’idea di esternare il proprio parere, le proprie indicazioni anche se nell’intenzione dovrebbero aiutare l’altro a migliorare e quindi a crescere.

Ora, se ti metti per un attimo nei panni di chi riceve ricorderai che molto dipende da diversi fattori di cui ho indicato qui sopra i seguenti tre:

  • COME ti viene dato;

  • CHI te lo dà;

  • QUANDO ti viene dato.

Ritorna alla parte in cui sei tu a doverlo dare e lo fai consapevole di questi tre punti.

Come: trova le giuste parole che indichino in modo specifico il comportamento o l’azione da correggere, un tono pacato, un linguaggio del corpo che esprima tranquillità.

L’approccio deve essere duro e deciso con il problema ma morbido con la persona.

Educazione e un eloquio rispettoso, che salvaguardi la relazione ma che non trascuri di essere orientato al miglioramento.

Essere “molle” nei confronti del problema per paura di offendere è la peggior strategia che puoi mettere in campo.

Chi: va da sé che sei tu a dare il feedback e non ti puoi “cambiare” ma resta il fatto che va considerato il tipo di relazione che hai con l’altro.

Più attenzione andrà riservata nei confronti di un collega o di un collaboratore che conosciamo da poco o con cui la relazione di lavoro non è ottimale. 

Delegare a una terza persona il feedback è solitamente un’opzione che peggiora la situazione invece di migliorarla.

Sarà infatti percezione dell’altro che hai paura di affrontarlo o che non vuoi avere a che fare con lui… meta messaggi che non possono che incrinare ulteriormente i rapporti.

Quando: hai presente quelle giornate dove tutto ti va storto?

O quelle in cui sei di corsissima, trafelata/o, in ritardo su qualsiasi tabella di marcia?

Ecco, pensi siano buoni momenti per la persona di ricevere feedback correttivi?

No, di solito non lo sono e quindi sarebbe bene sceglie momenti migliori per darli.

Va da sé che non sempre è possibile aspettare e a volte le situazioni ci impongono di essere repentini. 

In questo caso si dovranno utilizzare degli stratagemmi comunicativi per ovviare alla particolare situazione.

Anche di questi stratagemmi parliamo approfonditamente nel nostro workshop sul feedback.

Immagina ora di essere tu quello di corsa, frustrato da una pessima giornata e magari pure piuttosto scocciato da quel comportamento reiterato che sarà oggetto di feedback al collaboratore.

Sarai nelle condizioni ideali per essere equilibrato, educato e oggettivo?

A te la risposta.

Insomma, se ricevere feedback negativi non è una passeggiata anche darli comporta le sue complessità. 

Non si tratta solo di essere abili comunicatori ma anche di sviluppare la giusta sensibilità ed empatia e non ultimo un buon equilibrio emotivo.

Ci sono competenze, abilità e abitudini da sviluppare per poter affrontare le sfide a cui le relazioni di lavoro ci sottopongono.

Le aziende sono fatte di persone e va da sé che le persone intrecciano relazioni più o meno piacevoli e funzionali.

La cultura del feedback ha smesso da tempo di essere un’opzione e si è trasformata in pressante necessità affinché il clima lavorativo possa essere più equilibrato e vivibile non solo mantenendo le performance ma addirittura migliorandole.

Pensi di essere già abile e padroneggiare bene l’arte del feedback?

Ti lanciamo una sfida:

mettiti alla prova con il nostro quiz sulla Cultura del feedback.

Buon divertimento!

Condividi questo articolo

Scopri altri articoli

Scopri i nostri eventi online settimanali e workshop gratuiti

Leadership, comunicazione, problem solving, team building, coaching (business & sport) e tanto altro...

pexels-fauxels-3183188